Carlo Signorini 1916-1945

Il 10 febbraio 1916 nasceva a Milano Carlo Signorini. Partigiano comandante della SAP di S. Bernardo con il nome di battaglia “Lancia”. Cade in un’ imboscata, tesa dai tedeschi in ritirata, nei pressi di Pozzaglio il 27 Aprile del 1945.

Mercoledì prossimo una delegazione del Circolo ARCI a lui dedicato lo ricorderà presso il Tempietto dei Caduti nel Civico Cimitero di Cremona alle ore 10.45.

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Carlo Signorini è nato a Milano il 10.2.1916 da Santo (o Sesto in Parlato) e Maria Gradini. Il padre era falegname. La famiglia si trasferì a Cremona quando Carlo era ancora ragazzo, qui frequentò le elementari e poi la scuola industriale. Quindi fu operaio carrozziere. Abitava in via Fratelli Cairoli 7.
Nella 1a Brigata Matteotti sin dall’aprile 1944, in contatto col Negher, ne riceveva materiale di propaganda clandestina che distribuiva nella zona di Porta Milano. Man mano organizzò e diresse una SAP che raggiunse la consistenza di 30 elementi, che istruiva anche nell’uso delle armi. Il suo nome di battaglia era “Lancia”.Si iscrisse al PSI ai primi di marzo del 1945. Era in contatto con i dirigenti del partito Rossini e Pressinotti.
Partecipò attivamente alla preparazione ed alle giornate della Liberazione della città, particolarmente nella zona di Porta Milano. Il 27 aprile doveva recarsi “di rinforzo” nella zona Olmeneta – Robecco. Con un gruppo di partigiani su due automobili 1100 si recarono in quella zona dove erano stati segnalati dei tedeschi armati nascosti. Dopo aver controllato diversi posti, senza trovare nessuno, decisero di tornare in città. Circa alle ore 15 sulla via Brescia, all’altezza della strada per Pozzaglio, la prima delle due vetture venne fatta oggetto dei colpi di mitra di una decina di tedeschi nascosti nel fossato laterale. Furono mortalmente feriti Signorini e lo studente Giorgio Stringhini oltre a Luigi Zucchelli, di GL, che guidava l’auto (quest’ultimo ferito meno gravemente, ad una gamba). Seguì uno scambio di colpi d’arma da fuoco e la cattura di qualcuno dei tedeschi. I feriti furono portati agli Ospizi Riuniti che in quei momenti fungevano da infermeria (pare che in quel giorno vi fossero oltre 100 feriti ricoverati). Dopo poche ore sia Signorini che Stringhini morirono.

Fonti:
“Relazione biografica di Carlo Signorini” a firma “Negher” in Archivio ANPI/AS b 38
A. Parlato, “La Resistenza cremonese”, pag. 206

(Giuseppe Azzoni)

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