Mons. Girolamo Tagliaferro e gli infausti riverberi di “Regime Fascista”

L’Anpi di Cremona ha in programma la presentazione di una ricerca dello storico vicentino Ugo De Grandis dedicata al processo del Tribunale militare di Pradamano del 1917. Fu il più importante processo contro giovani socialisti antimilitaristi della prima guerra mondiale, vi furono condannati anche 7 cremonesi (tra essi i futuri sindaco Tarquinio Pozzoli e costituente Dante Bernamonti). Di questo libro, dal titolo “Guerra alla guerra” parleremo a suo tempo ma, nell’occasione, lo stesso Ugo De Grandis ci ha fatto conoscere un’altra sua ricerca di cui vorremmo dar notizia anche perché si collega direttamente alla importante mostra “Si faccia un articolo di fondo”, su “Il Regime Fascista” e Roberto Farinacci, attualmente esposta in Biblioteca Statale. Lo storico Emilio Gentile, in sede di presentazione della stessa, sottolineò come Roberto Farinacci anche attraverso il suo giornale riuscisse ad essere presente con la propria linea ben oltre Cremona. Questa ricerca di Ugo De Grandis si collega direttamente a ciò.

Col titolo “Un arciprete contro” essa concerne fatti del periodo RSI relativi all’impulso che Farinacci diede al gruppo di preti (“i nostri sacerdoti”) raggruppati attorno a “Crociata Italica”: da don Tullio Calcagno a don Remo Cantelli a don Angelo Scarpellini ed altri. Essi iniziarono il loro sostegno di “religiosi” al nazifascismo attraverso “Il Regime Fascista” e materiali stampati da “Cremona Nuova” poi diffusi in diverse province. Tra le quali quella di Vicenza, dove la linea Farinacci aveva i propri riferimenti. Già a fine ’43, prima ancora che uscisse “Crociata Italica”, erano apparsi su “Il Regime Fascista” articoli contro “i reverendi badogliani” con teorizzazioni e propaganda apertamente clerico nazifasciste.

Ad essi rispose per primo in quel territorio l’arciprete di Schio Mons. Girolamo Tagliaferro. Un sacerdote, peraltro, che non poteva essere accusato di scarso patriottismo avendo partecipato come giovane militare al conflitto italo turco e poi come cappellano alla grande guerra.

Mons. Tagliaferro, sul bollettino della parrocchia “La fiamma del Sacro Cuore” del dicembre ’43, contestò quegli scritti nel merito e soprattutto dimostrando, con il Codice di Diritto Canonico, che i loro autori non erano legittimati a scrivere e parlare in quanto sacerdoti. Apertamente dunque invitava i fedeli “a non rischiare di essere ingannati”. Soprattutto questo diede fortemente fastidio a Farinacci. A Tagliaferro si rispose da Cremona con un prolungato ed ampio “volume di fuoco” ben documentato in questa ricerca. Una campagna di articoli de “Il Regime Fascista” ed altro cui faceva da cassa di risonanza, riportandone direttamente scritti e comunque argomenti, il giornale fascista “Il popolo vicentino”. Il bollettino “Fiamma del Sacro Cuore” venne chiuso. Tagliaferro operò coraggiosamente dalla parte della Resistenza assistendo partigiani, prigionieri alleati, ebrei e ricercati politici. Nel maggio 1944 due suoi fratelli antifascisti, Aldo e Gerardo, vennero presi ed assassinati a raffiche di mitra dalla squadra fascista vicentina “Compagnia della morte”.

Giuseppe Azzoni
(ANPI Cremona)

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