25 aprile 2005 Soresina

25 aprile 2005 – 60° anniversario della Liberazione – Soresina
Intervento di Severina Rossi, in rappresentanza dell’ANPI di Soresina

Cari amici, concittadini,
nel rivolgervi il mio saluto mi riferisco a una frase che sta scritta sulla tessa ANPI 2005: “L’Italia ha bisogno oggi, più che in qualsiasi tempo, di memoria, di valori, di un nuovo impegno antifascista di tutte le forze che nella Resistenza e nella Costituzione si riconoscono.”
È un nobile impegno morale nel quale tutti ci dobbiamo impegnare, ma il malcontento, il disagio economico mai grave come adesso, fa dire spontaneamente “io non faccio politica, io non vado a votare!”
Il “fare politica” è una aggregazione volontaria sociale. Il non fare politica, l’inerzia, il non voler sentire, il non andare a votare, non è un valore, è la maniera giusta di farsi mettere nel sacco da chi fa le leggi a proprio piacimento o interesse di casta, o peggio, per interesse personale!
Per realizzare le nostre idee, occorrono forze sociali tradotte in numeri, che talvolta ci trovano divisi in gruppi da chi ha interesse a dividerci.
Riflettiamo sul nostro vissuto come individui e come parte della società. L’evoluzione umana è passata spesso tra esperienze terribili, anche evitabili, volute da pochi, subite da molti. Così è stato delle guerre. Così è ancora delle guerra.
Nella mia generazione tuonarono i cannoni, le parole democrazia e libertà erano impensabili, una utopia risibile, condannabile, ma con la partecipazione collettiva l’utopia divenne realtà, un bene irrinunciabile, un bene supremo.
Ma che costo, quante sofferenze!
La resistenza che oggi ricordiamo con queste belle bandiere piene di significato e di storia, non appartiene soltanto alla strategia delle guerre, ma a tutto un percorso storico nato nel 1919, quando Benito Mussolini, espulso da quel partito dei lavoratori perché ne deformava la natura, fondò il partito fascista, sciolse con la violenza i fasci dei lavoratori e fondò i fasci di combattimento.
Da allora fu tutto un percorso di miseria e di soprusi, di lutti, fino ad arrivare al culmine della sua storia e di un popolo. Un popolo esasperato.
La Resistenza è stata un atto dovuto a chi soffriva ingiustamente, ha dato voce a chi non l’aveva, ha generato la democrazia, la pace, la Repubblica, il Parlamento, la Costituzione. Un grande contributo all’organizzazione sociale che la specie umana si è data.
Tutti insieme dobbiamo difendere sempre la nostra dignità, rispondendo alla nostra coscienza prima di tutto, di ciò che facciamo, di ciò che vogliamo essere.
In una società democratica la storia di ognuno riguarda tutti, la propaganda, la mala informazione può essere un fatto deviante e bisogna riflettere.
Ho letto con amarezza di ben 3 volumi a spese dello Stato, sotto l’egida del ministro delle Pari opportunità. Probabilmente questa signora, nella migliore delle ipotesi, avrà altri meriti, ma non conosce la storia ed è la meno adatta a parlarne.
Nell’elenco delle donne meritevoli di aver contribuito alla nostra evoluzione, figurano paradossalmente nomi che si sono distinti per ben altro. Con tutto il rispetto che si deve ai morti, Claretta Petacci, amante di Mussolini, morta tragicamente con il suo uomo, non ha fatto proprio nulla per meritarsi tale dizione! Come dice la rivista “Lettere ai compagni”, è risaputo e provato che la sua famiglia ha trafficato e approfittato di questo legame con Mussolini. Donne fedeli ai loro uomini, come scrive il coordinamento femminile partigiano, si trovano anche a fianco dei mafiosi e non hanno nulla che faccia riferimento all’evoluzione e alla emancipazione della donna.
Rachele Guidi Mussolini, moglie di Benito Mussolini, non era poi la Rachelina buona buona che si vuole far credere. Fra i tanti intrallazzi pure con i tedeschi, è sua vittima anche un povero prete della Romagna, reo di aver predicato in modo non conforme al regime, finito per questo a Dachau in un lager.
Fra le 200 donne meritevoli che dovremmo ringraziare, figura anche Luisa Ferida, habitué con Osvaldo Valenti, della banda Koc, formata dai peggiori criminali e torturatori della repubblica di salò, legata ad essi per morfina e cocaina più che per motivi politici. Gli storici lo confermano!
Meritevoli furono tutte le nostre madri, che sopportarono eroicamente i disagi del vivere quotidiano di vent’anni di regime fascista con le sue guerre e i suoi soprusi, mamme che subirono la preoccupazione di mettere insieme un pasto per la famiglia. E bisognava essere proprio brave! Mamme che subirono lutto, Mamme come la contadina Genoveffa Cocconi, madre dei sette fratelli Cervi, tutti fucilati senza processo!
La storia della Resistenza è la storia del vivere degli uomini, non va deformata; è stata un esempio di moralità per tutti perché è stata la risposta alla nostra coscienza, un atto d’amore che ci ha riscattato dalla vergogna.
Se non ci fosse stata, le donne non avrebbero il voto e nemmeno la signora ministro delle pari opportunità sarebbe in Parlamento.
Il fascismo è stato spesso criminalità, chi lo ha conosciuto lo testimonia. Ora fascisti mimetizzati da false etichette cercano di contagiare i nostri giovani, i più deboli, i più esposti. Coloro che non sanno!
Possiamo aver bisgno di tutto meno che dei fascisti con il loro losco passato e che non vogliono riconoscere i loro errori e cercano aderenze, poteri, riconoscimento. Non dimentichiamo che la nostra Costituzione civilmente vieta la ricostruzione del partito fascista, altro che belligeranti, altro che richiamo a zia Sofia!
Non dimentichiamo i 50 milioni di morti giovani e meno giovani, vicini e lontani, 50 Milioni! Non dimentichiamo i mutilati, i torturati, gli impiccati, i morti di stento, i bruciati nei lager, i fucilati. I popoli che dimenticano la propria storia, sono destinati a riviverla. Non lo auguro a nessuno!
Dittature e guerre sono sciagure luttuose. Le guerre che si perdono sono disastrose, catastrofiche. Quelle che si vincono sono quelle che non si fanno.
Sulla terra abbiamo tutto per stare bene, se ripartito con giustizia, ma si creano leggi con grande privilegi che vanno poi difesi.
Ci si sofferma troppo in concorrenza sul numero di barili di petrolio e poca importanza sul numero di morti di stenti. Da questo podio l’abbiamo detto altre volte ma chissà per quanto ancora dovremmo annotarlo.
Le ultime statistiche ufficiali parlano tutt’ora di 30.000 bambini al giorno, morti per fame. Anche questo è terrorismo. Ogni bambino che muore per fame, è una sconfitta per l’uomo. Soprusi e terrorismo, vicino o lontano, sono una sconfitta per chi lo riceve e chi ne fa uso perché è la
Negazione dei sentimenti e della ragione.
Il vivere degli uomini deve lasciare il regno di una civiltà umanamente evoluta. L’avvenire è dei giovani, è loro compito occuparsene – sulle esperienze sbagliate indietro non si torna! Quando mi giunge notizia di studenti che illustrano la Resistenza nelle loro tesi di laurea, provo una grande gioia. Mi commosse la studentessa che dall’Inghilterra ci fece sapere che nella tesi illustrò la Resistenza italiana.
A nome dell’ANPI di Soresina, a tutti ma particolarmente ai giovani, auguro un’ondata di felicità che la mia generazione non ha avuto.
A nome dell’ANPI di Soresina ringrazio per questa manifestazione le autorità del Comune e tutti voi che siete qui a ricordare che è un giorno speciale dedicato a qualcosa di grande.
Chiudo con due frasi di personaggi diversi. In occasione della morte di Velia Matteotti, moglie dello storico martire, avvenuta a soli 48 anni (nel 1938) in un ospedale, Mussolini commentò cinicamente: “I miei nemici sono finiti sempre in galera e qualche volta sotto i ferri chirurgici”. Giudicate voi.
L’altra è di Sandro Pertini, il partigiano per eccellenza, e la faccio mia:
“Noi anziani ormai, stiamo per chiudere la nostra giornata, stiamo per avviarci verso la notte che non conosce più albe; ebbene io vorrei avviarmi con animo sereno se saprò che i nostri giovani raccoglieranno il patrimonio politico e morale della resistenza e dell’antifascismo, se non permetteranno che sia disperso e lo custodiranno per tramandarlo alle altre generazioni.”