Sulla separazione dei poteri un limite che avrà gravi conseguenze

1948 – 2018: 70° della Costituzione italiana – 3

Riguardo al Governo lo Statuto, con l’art. 5, dice: “Al Re solo appartiene il potere esecutivo. Egli è il Capo Supremo dello Stato…” comanda le forze di terra e di mare, dichiara la guerra e così via. Poi, con l’art. 6: “Il Re nomina tutte le cariche dello Stato…” quindi l’art. 65 dispone che il Re “nomina e revoca i suoi ministri”. Il ruolo di presidente del consiglio dei ministri non è citato, in quei primi anni si intende che questo sia uno dei ministri, delegato dal re per un coordinamento senza altri poteri propri.

“Il potere legislativo – recita l’art. 3 – sarà collettivamente esercitato dal re e da due Camere: il Senato e quella dei Deputati”.

Dunque il re è titolare del governo mentre è contitolare del parlamento, che ha due rami. I senatori non sono eletti ma nominati dal re, la Camera è invece composta da deputati eletti (vedremo da chi) ed ha sul Senato una priorità riguardo a tributi, bilancio e conti dello Stato (art. 10). Il re può proporre leggi e sciogliere la Camera (artt. 9 e 10). Continua »

Requiem per il popolo istriano

Venerdì 9 febbraio 2018, ore 17,30 Spazio Comune – Piazza Stradivari, 7 Cremona

Presentazione del volume

Requiem per il popolo istriano di Remo Calcich

Intervengono:

Marida Brignani Docente, coordinatrice dell’Istituto Mantovano di Storia Contemporanea
Gian Carlo Corada Presidente Provinciale ANPI Cremona

Sarà presente l’autore.

Remo Calcich è stato testimone dell’esodo e della dispersione del popolo istriano.

La Costituzione della Repubblica Romana e i primi articoli di Carlo Alberto

1948 – 2018: 70° della Costituzione italiana – 2

Lo Statuto fu all’epoca uno storico passo avanti ma non aveva in sé alcuna garanzia per le conquiste politiche, civili e sociali – parziali ma molto importanti – che con esso si erano conseguite. Aveva inoltre significativi limiti dovuti ai rapporti sociali ed alla cultura prevalenti all’epoca. Le novità portate anche in Italia dalla rivoluzione francese e da regimi creati con le conquiste napoleoniche erano state temporaneamente soffocate con la restaurazione del 1815. Come retaggio di minoranze illuminate però rimanevano ben presenti, uno straordinario esempio di ciò sta nella brevissima ma luminosa Repubblica romana del 1849. Dopo la fuga di Pio IX a Gaeta, in tutto lo Stato Pontificio si tennero elezioni per eleggere i duecento membri di una Assemblea costituente. Furono eletti – a Ferrara, a Forlì, a Roma stessa, a Macerata ecc. – deputati costituenti come Giuseppe Mazzini, Carlo Pisacane, Goffredo Mameli, Giuseppe Garibaldi, Carlo Armellini, Aurelio Saffi… Essi votarono la Costituzione di una Repubblica la cui sovranità è del popolo (Principio I e art. 15); la Repubblica romana è democratica, ha per regole l’eguaglianza, la libertà, la fraternità e non riconosce titoli di nobiltà, privilegi di nascita o casta (principio II); considera i popoli come fratelli e rispetta ogni nazionalità (principio IV); distingue la religione dalla politica ed alla religione riserva e garantisce libero esercizio del potere spirituale (principi VII e VIII); attribuisce ai cittadini i diritti e le libertà fondamentali come inviolabili (articoli del Titolo I); elimina la pena di morte (art. 5); attribuisce ai giudici piena indipendenza (art. 49); sulla guerra e la pace decide l’Assemblea (art. 29). Come vedete è un testo che rimarrà come un faro, allora oscurato con la forza dell’esercito del generale Oudinot ma ancora oggi per molti aspetti attuale. Continua »

Per il Giorno della Memoria 2018

1948 – 2018: 70° della Costituzione italiana

Nella Resistenza la spinta decisiva per superare lo Statuto albertino e porre le fondamenta della Costituzione repubblicana

70 anni fa, il 1 gennaio 1948, entrò in vigore la Costituzione repubblicana. Era stata votata il 22 dicembre 1947 dalla Costituente con 453 voti favorevoli e 62 contrari e promulgata il giorno 27 seguente. Nella ricorrenza pubblichiamo una relazione, a cura di Giuseppe Azzoni del Comitato provinciale ANPI, sul percorso storico di quell’evento. La Costituzione che ha preceduto quella attuale, lo Statuto albertino e le vicende che lo hanno man mano svuotato e stravolto, quindi la Resistenza che fu la base del nuovo patto istituzionale ed alcune considerazioni sulle fondamentali innovazioni della Costituzione repubblicana. Il testo è suddiviso in 11 puntate.

 1. Lo Statuto di Carlo Alberto e la sua vicenda storica

La “Magna Charta libertatum” inglese del 1215, la Convenzione di Filadelfia del 1787, quanto avvenne a Parigi nel 1789 con i suoi Stati generali ed il motto Liberté egalité fraternité: sono passaggi storici di superamento dell’assolutismo che evoco solamente. Sono fondamenta di ciò di cui mi accingo a parlare. Emergono in una lunghissima storia di progressi e di arretramenti, di barbarie e di conquiste civili, di guerre, migrazioni, sopraffazioni, rivolte, conquiste sociali e politiche. Continua »

Viaggio della memoria con il comune di Pianengo

Proiezioni in supporto al viaggio della memoria

Dal pane nero al pane bianco

L’eccidio di Rio Farnese – 12 gennaio 1945

Sono passati più di settant’anni. Il 12 gennaio del 1945 a Bramaiano di Bettola (Pc) venivano uccisi, con un colpo di pistola alla nuca sparatogli da un sottufficiale tedesco, venti (il numero oscilla fra i venti ed i ventitrè) partigiani catturati nel corso della seconda fase del rastrellamento invernale. Fra questi i partigiani cremonesi Canevari Giovanni della div. “Val Nure”, originario di Trigolo; Gastaldi Lorenzo e Gilberti Carlo della 142a brigata Garibaldi; Spagnoli Gino della div. Val Nure brigata “Stella Rossa” nato a Gombito.

Nati fra il 1923 ed il 1925, “appartenevano tutti a quella generazione nata e cresciuta sotto il fascismo che aveva saputo sottrarsi alla sua influenza”.

Gastaldi e Gilberti, giovani di Azione Cattolica, erano di città. Una ampia ed articolata descrizione del loro percorso formativo la si trova in un saggio, inedito prossimo alla pubblicazione, di Chiara Somenzi. Continua »