Sulla nascita dell'ANPI a Cremona

Appunti di Giuseppe Azzoni

19 marzo 2005

Stimolato da documentati appunti di Enrico Fogliazza (Kiro) ed avendolo concordato col Presidente prof. Mario Coppetti, ho ritenuto giusto stendere alcune note sulla ricorrenza, nel 60° della Liberazione, della nascita dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI) e delle sue primissime attività a Cremona.

L’ANPI si costituì a Cremona subito dopo il 25 aprile 1945 raccogliendo i partigiani ed i resistenti delle diverse formazioni (solo più avanti le Fiamme Verdi si costituiranno in organizzazione autonoma). La sua prima sede fu nell’edificio dell’UPIM, in via Curzia (oggi via Gramsci) da dove qualche tempo dopo si trasferirà in viale Trento e Trieste, in quella che chiama “Casa del Partigiano”. Il primo segretario provinciale fu Sandro Merlini, proveniente da “Giustizia e Libertà”, suo vice era Guido Percudani, delle “Garibaldi”. Ci limitiamo, scusandoci, a fare solo alcuni nomi dei molti che furono promotori e dirigenti dell’ANPI cremonese in quel periodo: Roberto Ferretti, Serafino Corada, Menotti Screm, Emilio Zanoni, Ugo Cavana, Arnaldo Bera, Giuliano Re, Guido e Manno Uggeri, Libero Scala, Cecco e Oscar Astori, Giuseppe Ughini, Virginio Mori, Arnaldo Ferrari, Enrico Fogliazza, Alfredo Galmozzi…

Molteplici le finalità dell’Associazione (che sarà poi riconosciuta Ente Morale). Propugnare i valori di libertà, pace, democrazia e giustizia sociale per i quali gli antifascisti si erano battuti ed avevano vinto. Contribuire a documentare, anche a fini istituzionali e pratici, persone e fatti del movimento di liberazione. Rendere, dopo una dolorosa e faticosa ricerca delle loro salme in Valle Susa ed in altri luoghi, solenni onoranze funebri nella nostra terra a partigiani cremonesi caduti in combattimento: il che avvenne per oltre trenta di loro. Dare  assistenza a quelli che erano rimasti feriti o gravemente malati, si ricordano per esempio diversi ricoveri in sanatorio organizzati da “Geni” Bergonzi, della organizzazione ministeriale “Postbellica”. Creare possibilità di lavoro per coloro che erano in grave difficoltà dopo le drammatiche vicende belliche: dall’ANPI partì l’organizzazione di 16 cooperative di lavoro che dettero occupazione per un certo periodo ad un centinaio di persone con l’utilizzo di automezzi pesanti requisiti in guerra per attività di trasporto di merci.

L’ANPI fu, insieme ad altre organizzazioni, molto attiva sul terreno della ricostruzione dai disastri della guerra, della solidarietà sociale, di un rilancio dello sviluppo economico e dell’occupazione. Si ricordano diverse iniziative a sollievo della miseria e della fame che colpivano ampi strati popolari nell’inverno 1945-46. Per esempio la collaborazione col Comune di Rubiana della Val Susa per l’approvvigionamento di considerevoli quantità di mele come companatico, con trasporto (gratuitamente effettuato dall’ANPI) a Cremona e vendita a prezzo calmierato. Oppure la raccolta di farina, permutata dal pastificio “Ex Combattenti” con 200 q.li di pasta distribuiti ad un migliaio di famiglie povere (scelte dall’Ente Comunale Assistenza). Furono ospitati ed assistiti presso altrettante famiglie cremonesi alcune centinaia di bambini di famiglie duramente colpite dalla guerra di diverse parti d’Italia.

Fu l’ANPI ad organizzare a Cremona in quel dopoguerra il Convitto- scuola “Rinascita”, per periti agrari e caseari e per geometri, nel quale poterono conseguire il diploma parecchi giovani che altrimenti ben difficilmente avrebbero potuto studiare.

Ed è stato anche di recente ricordato sulla stampa locale il contributo che venne dall’ANPI di Cremona quando, insieme al Fronte della Gioventù, prese l’iniziativa di proporre, essendone poi tra gli organizzatori, quella Fiera Campionaria la cui prima edizione si tenne tra il 22 giugno ed il 3 luglio 1946 e che evolverà poi sino a diventare un essenziale momento della nostra realtà economica.

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