Pozzaglio, 20 settembre 2015: ricordando “Carmen”

Domenica 20 settembre a Pozzaglio è stata commemorata la figura del partigiano Luigi Ruggeri “Carmen”, fucilato in questa località il 24 settembre 1944. Nella sala municipale, presenti le rappresentanze delle associazioni partigiane e della Guardia di Finanza, corpo al quale Ruggeri appartenne come sottufficiale, ha aperto la manifestazione il Sindaco Dante Baccinelli. Dopo di lui Giorgio Carnevali, a nome della Associazione Partigiani Cristiani, ha ripreso la testimonianza di Serenella Grioni. Serenella, allora sedicenne, si trovò ad essere presente sul luogo dell’esecuzione, all’alba di quel giorno. Un ricordo commovente che ancora la emoziona: il camion tipo militare che arriva, i militi fascisti che sorreggono Ruggeri, ridotto in condizioni pietose per le sevizie e le botte subite a villa Merli, lo addossano al muro e lo abbattono con una scarica. Carnevali ha commentato la testimonianza con alcune riflessioni e l’auspicio che i giovani sappiano valutare l’importanza dei sacrifici dei giovani in quegli anni per conquistare la libertà e riscattare l’Italia dalla umiliazione, dal disastro e dalla colpa di quella guerra a fianco del nazismo.Per l’ANPI ha tenuto una sintetica ma completa relazione Evelino Abeni. Luigi Ruggeri con l’8 settembre del 1943, aveva 23 anni, rifiutò di passare al servizio dell’occupante tedesco e contribuì attivamente alla Resistenza. Combattè sull’appennino piacentino e parmense, contribuendo anche ad azioni molto rischiose e significative. Nella primavera del 1944 fu chiamato ad utilizzare questa sua esperienza nella organizzazione della lotta partigiana nella sua terra cremonese. Lo fece per alcuni mesi in modo molto efficace, mise in piedi una delle Brigate “Ghinaglia”, la terza, operante sulla sponda del Po dal casalasco fino a Cremona. Brigata che comandò agli inizi e che poi prese il suo nome. Nel settembre ’44 venne sorpreso e catturato dai fascisti a Pozzaglio e pochi giorni dopo fucilato. Ricordare “Carmen”, ha detto Abeni, non è un “rituale” ma un momento prima di tutto di gratitudine per chi ha dato la vita per la libertà ed insieme di riflessione su quegli esempi nella situazione attuale. Non si tratta di rivangare e coltivare odi e vendette. Il rispetto per tutti coloro che sono morti non è in discussione. Ma quei valori di libertà e democrazia, che per un ventennio vennero conculcati, vanno difesi e portati avanti. Vecchi nostalgici cercano di confondere la verità storica sul fascismo e sulle sue responsabilità, e su questo va fatta chiarezza senza stancarsi ed andrebbero finalmente applicate con rigore le leggi che vietano l’apologia del fascismo. Ma è grave soprattutto che gruppi neofascisti, di fronte alle gravissime crisi dell’oggi a partire dalle emigrazioni di interi popoli, intendano riattivare orientamenti ed azioni non tollerabili e gravissime seminando il veleno della xenofobia e della intolleranza a sfondo razzista come se fossero i modi con cui difedere la società dai reali problemi oggi presenti. I valori di fondo che furono conquistati con la Resistenza, nella quale giovani come Ruggeri dettero il loro sangue, sono ben attuali.
Dopo Abeni la prof. Loci, Sindaco di Castelverde, ha portato il suo saluto e la sua condivisione. I presenti si sono quindi recati in corteo alla lapide sul luogo della fucilazione dove sono stati deposti dei fiori. Era presente anche un decano dei partigiani cremonesi, Ivano Piazzi, “Lupo”, che combattè in valle Susa.
Domenica prossima sotto i portici del Comune di Cremona dalle ore 10 si parlerà dei cremonesi nella Resistenza piacentina.

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