Archivio Categoria: storia - Pagina 10

Donne Resistenti

Le donne hanno avuto un ruolo essenziale nella Resistenza partigiana che si opponeva al regime fascista.
Anzitutto, le donne che hanno fatto la Resistenza hanno agito per libera scelta, convinte che non potevano starsene con le mani in mano e sopportare una vita senza libertà. Hanno deciso di rischiare la vita senza che nulla e nessuno glielo imponesse… liberamente.
Erano ragazze di 20 anni che con umiltà ed estrema determinazione, con coraggio e sacrificio, hanno combattuto un nemico tutto al maschile, fatto di camice nere e divise naziste.
Dapprima hanno vestito gli uomini, che dopo l’armistizio dell’8 Settembre, hanno gettato le uniformi militari e si sono dati alla Resistenza partigiana. Hanno nascosto nelle loro case i partigiani; gli hanno dato da mangiare e dormire.
Poi hanno fatto le staffette portando informazioni e armi agli stessi partigiani: qualcuna, ormai scoperta, è andata in montagna.
Molte di loro sono state arrestate, picchiate e seviziate, ma hanno saputo Resistere, convinte che per la libertà valeva la pena di rischiare la propria vita.
Queste Donne Resistenti, oggi tra gli 80 e 90 anni, sono le ultime testimoni viventi della dittatura fascista che ha trascinato l’Italia in guerra.
Il loro esempio di Resistenza, che ha portato la libertà nel nostro Paese, deve restare sempre vivo nella nostra memoria.
Il mio lavoro vuole essere un piccolo contributo in questo senso.

Paolo Bona

Stellina Vecchio, Cremona, maggio 1945 (fonte: Archivio Storico Cgil Cremona)

 

Giancarlo Brugnolotti

Si ringrazia la famiglia di Giancarlo Brugnolotti per queste immagini donate al nostro “archivio digitale”.

(vedi Ennio Serventi, Giancarlo Brugnolotti) Continua »

La marcia su Roma

Al Direttore de La provincia

Signor Direttore, mi rendo conto che lo scritto va assai oltre il numero di righe consentito, ma ritengo egualmente opportuno proporlo al giornale. Si tratta della ricorrenza della marcia su Roma di 90 anni fa. Data peraltro abbastanza vicina a quella in cui anche il quotidiano La Provincia dell’epoca venne costretto al silenzio dai “marciatori” da poco al potere.

Leggo che gruppi neofascisti intendono celebrare l’infausta data e lo annunciano con una locandina che mostra Mussolini marciante alla testa delle camice nere, quasi un capo sprezzante del pericolo alla conquista rivoluzionaria del potere. Si tratta in effetti di una immagine posteriore al 28 ottobre, quando il re – revocato lo stato d’assedio del governo dell’epoca, che si dimise –  aveva già di fatto consegnato il governo al fascismo. Di ciò rassicurato Mussolini era giunto a Roma col famoso vagone letto da Milano per gli incontri ufficiali e la parata raffigurata in quell’immagine.

Chi volle dare senso “rivoluzionario”, eversivo e violento alla marcia, anche discostandosi dalle direttive manovriere di Mussolini, fu Farinacci, con gli sconsiderati e velleitari assalti alla prefettura di Cremona ed alla caserma dei carabinieri di S. Giovanni in Croce.

L’ANPI di Cremona è in procinto di pubblicare un volume sulla storia del fascismo nella nostra provincia. Nell’occasione ne riporto di seguito alcuni dei passaggi relativi a questa vicenda. Continua »