La memoria batte nel cuore del futuro

Cremona, 16.3.2013 – presentazione del volume “Fascismo a Cremona e nella sua provincia”
(video su www.welfarenetwork.it)

Intervento del presidente Anpi Cremona, Mariella Laudadio

Buona sera e grazie, a nome dell’ANPI, a tutti voi che avete scelto di partecipare a questo incontro; al prof.Coppetti, prezioso testimone, alla dottoressa Bellardi, direttrice dell’Archivio di Stato di Cremona, e al prof Rozzi, docente universitario, ma soprattutto autore di numerose pubblicazioni su Cremona e sul periodo cui il libro “Il fascismo a Cremona e nella sua provincia” fa riferimento.

Grazie a nome dell’Anpi innanzitutto a Giuseppe Azzoni che è stato il motore principale della realizzazione del testo: quanti di voi vorranno leggerlo si renderanno conto del gran lavoro fatto e ancora di più dell’amore con cui è stato fatto

Grazie agli altri autori, Evelino Abeni, Rodolfo Bona, Giancarlo Corada, Romano Dasti, Michele De Crecchio, Giorgio Lipreri, Mimmo Palmieri, Giuseppe Rocchetta, Ennio Serventi, Massimo Terzi e Franco Verdi, che hanno arricchito con preziose monografie il bagaglio di conoscenze che il libro ci fornisce

Grazie all’Archivio di stato e alla Biblioteca governativa di Cremona, per la disponibilità e la collaborazione nella ricerca e a tutti coloro che hanno fornito memorie, testimonianze e documenti.

Infine grazie all’Associazione Enrico Berlinguer di Soresina per il determinante contributo e per lo stesso motivo alla Fondazione Cremona Democratica, alla fondazione Comunitaria della provincia di Cremona, alla Coop Lombardia, alla Camera di Commercio, alla CGIL provinciale, ai comuni di Casalmaggiore e Castelverde. Senza il loro sostegno l’Anpi certamente non avrebbe avuto la possibilità di realizzare l’opera.

Consentitemi un ultimo grazie, che non c’entra molto con la realizzazione di questo volume, ma per noi dell’Anpi molto sentito, ad una persona che è mancata meno di un mese fa, Kiro Fogliazza, perché senza di lui e dei suoi compagni partigiani, non solo non ci sarebbe l’Anpi, ma non ci sarebbero la nostra bella Costituzione e la nostra democrazia, ancorché imperfetta

“La memoria batte nel cuore del futuro”

Questa è la frase che compare sulla tessera Anpi del 2013  ed è anche l’essenza della missione dell’Anpi, perché noi ci proponiamo da sempre di legare la memoria del passato alla costruzione del futuro attraverso la difesa della Costituzione nata dalla Resistenza.Questo libro, che abbiamo voluto dare alle stampe nel 70° anniversario dell’inizio della lotta di liberazione, si pone due obiettivi:

ripercorrere il cammino del fascismo cremonese dalle origini fino al suo tragico epilogo e, partendo dalla conoscenze di quella realtà e di quella esperienza, attualizzare l’antifascismo come rifiuto dell’indifferenza e di tutti quegli atteggiamenti che portarono alla nascita ed al consolidarsi della dittatura

Leggendo queste pagine noterete, lo dico da semplice lettrice, come a Cremona e nella sua provincia il movimento fascista si affermò in maniera esemplare; questa fu la palestra in cui si cimentarono le pulsioni dello squadrismo e i fermenti della marcia su Roma, qui arrivò forte l’eco del delitto Matteotti e furono accettate senza indugi le leggi liberticide, dette fascistissime; ed in una spirale sempre più drammatica qui, come e più che nel resto del Paese, si inneggiò all’intervento in Spagna, si accettarono e si applicarono le leggi razziali ed infine ci si esaltò all’entrata in guerra al fianco della Germania nazista.

Tutto questo grazie alla presenza ed all’azione di Farinacci? Anche, ma non solo.
Attraverso le note della questura, i documenti riservati, le testimonianze ed i ricordi, le cronache dei giornali del tempo, puntualmente riportati nel testo, si compone l’affresco di un’epoca e più ancora di un popolo che ha continuato, con maggiore o minore acquiescenza, con maggiore o minore insofferenza, ha continuato la propria vita quotidiana mentre venivano meno ad uno ad uno prima i diritti individuali, poi le conquiste sindacali, le istituzioni democratiche, infine la dignità di cittadini liberi; piano piano, inconsapevolmente la vita cominciava a cambiare: la scuola, i rapporti di lavoro, la funzione delle istituzioni, perfino il tempo libero, tutto veniva scomposto e ricomposto secondo uno schema diverso dal passato; e intanto si affermavano  il nazionalismo sfrenato e il razzismo, si giustificavano le violenze squadriste, anzi la violenza fine a se stessa, si tollerava la soppressione della libertà di pensiero a favore del pensiero unico, si educava l’individuo alla guerra, fin da bambino, e all’esaltazione dell’uomo solo al comando e del militarismo che portò il Paese alla guerra ed alla miseria.

Non mancano naturalmente gli spiriti liberi, i personaggi piccoli e grandi che cercarono di resistere, ed anche di questi il libro racconta; figure indomite di politici, sindacalisti ed intellettuali che tentarono di tenere alta la bandiera dei diritti, ma anche semplici cittadini e cittadine spesso di cultura modesta, dei quali resta a volte solo il racconto di figli e nipoti, che seppero sfidare il potere assoluto del regime rimettendoci il lavoro, la salute e spesso la vita. Sul pensiero e sull’azione di quegli uomini e di quelle donne si è formata la coscienza della nuova nazione italiana.

E non c’è dubbio che tutto questo debba indurci ad una profonda riflessione su ciò che siamo stati come popolo e su ciò che le scelte di allora hanno causato e, aggiungerei, su ciò che le scelte di oggi, se sbagliate o non ben ponderate, potrebbero causare.

Il metodo con cui il libro è stato composto, ed uso questo termine a ragion veduta, credo non lasci spazio a giudizi o critiche di parte, visto che si basa soprattutto su documenti d’archivio che ciascuno può consultare; ne viene fuori un quadro obiettivo, interessante anche quando mostra aspetti quotidiani della vita dei comuni cittadini, il che può aiutarci a comprendere comportamenti ed atteggiamenti e reazioni non diverse, forse, da quelli che potremmo avere noi oggi, se se ne verificassero le condizioni

E qui torniamo a quello che ho definito il secondo obiettivo del libro: trovare nella conoscenza di quei fatti le ragioni profonde dell’antifascismo di oggi.

La nostra speranza è che, con l’aiuto anche dei contributi che si trovano nell’ultima parte del volume – questi contributi riguardano aspetti e personaggi emblematici della vita non solo politica della città e della provincia e ci consentono di immergerci nel tessuto più profondo di un mondo e di un’epoca che proiettano ancora le loro luci ed ombre sui giorni che viviamo –, con l’aiuto anche di queste pagine, il nostro auspicio è che si rafforzi la consapevolezza che indifferenza, distrazione, rassegnazione, trasformano donne e uomini liberi in strumenti del potere altrui.

Noi speriamo che giovani e meno giovani si accostino alla conoscenza dei fatti piccoli e grandi vissuti dai loro padri e dai loro nonni, alla conoscenza di atti e comportamenti di cui essi si resero protagonisti, nel bene e nel male, e delle conseguenze alle quali quegli atti e quei comportamenti portarono, e confidiamo che questo possa servire a contrastare il revisionismo oggi tanto di moda e l’ignoranza che ha come esito certo il riaffacciarsi delle idee che furono alla base del regime fascista.

Questo il senso della fatica che l’Anpi, per mano di Giuseppe Azzoni e degli altri autori, ha voluto offrire a Cremona ed alla sua provincia.

Questo, anche, il senso e la ragione dell’esistenza stessa della nostra Associazione: conoscenza del passato per costruire un presente ed un futuro degni di un Paese civile e democratico; perché, lo sappiamo tutti, un Paese che non conosce e non affronta il proprio passato, prepara, a sé e alle prossime generazioni, un futuro quanto meno oscuro.

Ora passo la parola alla dottoressa Bellardi direttrice dell’Archivio di Stato di Cremona e poi al prof Rozzi.

Alla fine, se vorrete, potrete rivolgere domande agli autori presenti in sala. Grazie

Devo riparare ad un errore di omissione, non una dimenticanza: ringrazio a nome dell’Anpi Teréz Marosi per il lavoro di editing, che è un lavoro che richiede una infinita pazienza. Grazie Teréz.

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