Archivi Tag: 1946

Un PCI cremonese motivato e compatto

Quel 1946 della Repubblica e della Costituente (12)

Comunismo e comunisti: l’averli esecrati senza tregua né limite e perseguitati da parte del nazifascismo si trasformò in forza e credibilità ideali e politiche. Anche perché in effetti, negli anni del regime e della resistenza, i comunisti erano apparsi i più tenaci avversari dei fascisti e poi degli occupanti tedeschi. E nel contempo i più decisi a battersi per gli interessi della parte dei lavoratori salariati. Sullo sfondo un enorme prestigio dell’URSS appena uscita vincitrice da una guerra di cui era stata vittima aggredita e nella quale aveva resistito nonostante un numero di vittime senza precedenti nella storia. Una Unione Sovietica con la quale allora il PCI orgogliosamente si identificava. Fatto sta che anche a Cremona (e più che in molte altre province della Lombardia) il partito comunista conosce una crescita impetuosa. Dai 120-150 temerari iscritti clandestini del luglio 1943 si passa ai circa 15.000 iscritti rappresentati dai delegati del congresso provinciale tenutosi nell’ottobre 1945 al Filodrammatici. Ognuno di essi aveva compilato e sottoscritto una adesione con la quale accettava il programma del partito e si impegnava a sostenerlo con l’attività, le quote, le norme disciplinari decise nel Congresso (molti di questi fogli sono ancora conservati con altre carte del PCI locale depositate nell’archivio della Camera del Lavoro). Continua »

La forza, i meriti e il travaglio del PSIUP

(Fonte: Fondazione Nenni)

Quel 1946 della Repubblica e della Costituente (11)

Nel 1946 quello socialista si chiamava Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (PSIUP). Questo dal 1943, quando il fuoco incombente della Resistenza aveva indotto ad unificarsi il PSI di Nenni, il MUP (che definirei “proletario luxemburghiano”) di Lelio Basso ed i riformisti di Romita. La continuità, pur con nuova denominazione, col vecchio partito appare simbolicamente evidenziata dal numero d’ordine del Congresso nazionale che si tiene a Firenze nell’aprile 1946: XXIVmo congresso socialista.

In Italia e nella nostra provincia il 1946 vede un PSIUP molto forte, estremamente attivo ed impegnato. Ma anche in preda ad un travaglio interno che – dopo il ricompattamento del 1943 – lo porterà alla scissione socialdemocratica nel gennaio 1947. In questo frangente il partito riprenderà a chiamarsi PSI.

Per sommi capi accenniamo qui a ciascuno di questi tre aspetti del PSIUP cremonese nel 1946, avvalendoci molto della ricca documentazione contenuta nel volume di Enrico Vidali: “Il socialismo di Patecchio”. Continua »

La DC cremonese 70 anni fa

Quel 1946 della Repubblica e della Costituente (10)

Dedichiamo le ultime tre puntate della rievocazione delle vicende locali nel 70° dell’anno 1946 ai tre maggiori partiti emersi dalla Liberazione.
Democrazia Cristiana, Partito Socialista (all’epoca PSIUP) e Partito Comunista rappresentavano la quasi totalità dell’elettorato. Nella nostra provincia, nelle votazioni del 2 giugno 1946, ebbero circa 200.000 voti su 230.000 votanti, cioè il 90%. La DC ebbe il 36,4 (80.395 voti), il PSIUP il 30,6 (67.646) ed il PCI il 22,7 (50.164 voti). Si consideri che i votanti furono il 94% dell’elettorato, dunque davvero i tre partiti rappresentavano larga parte dei cittadini.
La DC aveva tenuto il suo primo congresso provinciale a pochi mesi dalla Liberazione: ottobre 1945 nel Teatro Ponchielli. C’è una frase, riportata dagli atti dello stesso, che sintetizza come la DC presentò se stessa: “l’unica forza equilibratrice che sia in grado di guidare la Nazione in una sana democrazia, attuando le più ardite riforme sociali e tutelando l’ordine pubblico e la libertà dei cittadini” (v. “La DC cremonese nel periodo degasperiano” di G.Biondi e V. Cantoni). Continua »

1946: il primo congresso della Camera del Lavoro di Cremona dopo la Liberazione (2)

Quel 1946 della Repubblica e della Costituente (9)

Proseguendo nel dare le notizie – tratte dal quotidiano “Fronte democratico” dei primi di settembre di 70 anni fa – sul congresso camerale del 1946, riprendiamo nomi ed argomenti dei delegati che sono intervenuti nel dibattito. Il semplice elenco dei compagni che prendono la parola e delle materie da loro trattate, dà una idea della ricchezza delle problematiche e della viva diretta partecipazione del mondo del lavoro alle scelte che l’assemblea congressuale aveva di fronte.
Il delegato Passeri parla della riforma dell’assistenza mentre Rossi in particolare sui mutilati del lavoro. Sulle tematiche della scuola elementare e sulla condizione degli insegnanti interviene Voltini. Ancora numerosi gli interventi su diversi settori e mestieri: Galli relativamente agli operatori degli allora numerosi mulini, Bruneri sui salumifici, Bonali sui pastifici, Gregori della importante categoria dei metallurgici, Archenti sulla FIR di Casalmaggiore, Tajé per i dipendenti degli enti locali e Rossi Pietro sulla Azienda Farmaceutica municipale. Ed ancora Pauchieri parla delle nuove problematiche dei tecnici ed in particolare dei radiotecnici, Molo dei lavoratori del commercio. Assai consistenti i contributi relativi ai lavoratori agricoli: ne parlano Zignani sulle condizioni di vita, Malinverni e Martinenghi sul prossimo patto colonico, Rossi Aristide e Bassi su disoccupazione e disdette mentre Fontana affronta la questione del collocamento in agricoltura e Segalini la remunerazione per i bachi da seta. Sulla fondamentale esigenza di interventi urgenti ed adeguati per risanare le abitazioni in cascina ed in generale intervengono Carotti, Colombi e Brugnoli. Continua »

31 agosto 1946: 1° congresso della Camera del Lavoro dopo la Liberazione

Delegati cremonesi al I Congresso Unitario Cgil, Firenze 1-7 giugno 1947 (Archivio fotografico Cgil Cremona)

Un evento di prima grandezza che non possiamo certo trascurare in questa carrellata sulla Cremona nel 70° dell’anno 1946, è il congresso della Camera del Lavoro CGIL provinciale. È il primo dopo la Liberazionee si tiene nel teatro Ponchielli nei giorni 31 agosto e 1 settembre. Fin dal periodo della Resistenza le forze democratiche si erano impegnate per la ricostituzione del sindacato. I partiti di massa del CLN, rappresentati dal cattolico Achille Grandi, dal socialista Bruno Buozzi (in quegli stessi giorni poi ucciso dai nazifascisti) e dal comunista Giovanni Roveda avevano siglato il patto costitutivo del sindacato unitario nella Roma appena liberata ai primi di giugno del 1944. In attesa della possibilità di organizzare democratiche votazioni congressuali si partiva con rappresentanze paritetiche nominate dai maggiori partiti sotto l’egida del CLN. Dal CLN di Cremona furono designati Dante Bernamonti per il PCI, Ottorino Frassi per i socialisti, Angelo Formis per la DC. Successivamente vi saranno subentri con Delvaro Rossi, Ernesto Caporali, Arnaldo Bera, Arturo Verzeletti.

Continua »

I cinque cremonesi eletti nella Assemblea Costituente il 2 giugno 1946

Dante Bernamonti

Quel 1946 della Repubblica e della Costituente (7)

Gli elettori che il 2 giugno di 70 anni fa si recarono alle urne votarono sia per il referendum monarchia o repubblica sia per eleggere l’Assemblea costituente. Naturalmente identica la percentuale dei votanti: ben il 94%, degli aventi diritto. Nel cremonese furono tre i partiti che vi elessero propri candidati.La DC, con 80.395 voti, designò Giuseppe Cappi (28.474 le sue preferenze) e Ludovico Benvenuti (12.671). Il Partito Socialista con 67.646 voti elesse Ernesto Caporali (10.558 preferenze) e Pietro Pressinotti (9.725). Per i comunisti, che ebbero in provincia 50.164 voti, fu eletto Dante Bernamonti (11.902 preferenze). Diamo, per ognuno di loro, essenziali annotazioni e poche significative righe che li riguardano in quanto Costituenti. Continua »

Il confronto nella campagna per il referendum istituzionale e l’Assemblea costituente

Al microfono Stellina Vecchio - Archivio fotografico Cgil Cremona

Quel 1946 della Repubblica e della Costituente (6)

L’ANPI cremonese ha celebrato, con un incontro pubblico in sala Zanoni, il 70° della votazione con cui il popolo italiano ha sceltola Repubblica ed eletto l’Assemblea costituente. In apertura il presidente Gian Carlo Corada ha ricordato il partigiano e dirigente dell’ANPI, Libero Scala, scomparso di recente. Hanno poi parlato la segretaria cittadina, Valentina Corbani (con particolare riferimento alla storia per il diritto di voto alle donne finalmente attuato con la Liberazione), lo stesso prof. Corada e Giuseppe Azzoni con riferimento a quella storica campagna elettorale. La prossima nota sarà dedicata agli eletti cremonesi nella Costituente.

Nel referendum del 2 giugno 1946 quella di Cremona risultò una delle terre più repubblicane. Fortissima l’affluenza: il 94% degli aventi diritto, cioè tutti gli uomini e per la prima volta (dopo le amministrative delle settimane precedenti) le donne.La Repubblica ebbe 144.808 voti (65,2% mentre il dato nazionale fu del 54),la Monarchia  77.192 (34,8%, dato nazionale 46). Cremona città dette alla Repubblica il 70%, fu il capoluogo più repubblicano tra quelli lombardi, tra le prime città in Italia. Crema votò Repubblica al 67%, a differenza della sua area nella quale la monarchia ebbe notevoli consensi. Continua »

Lotte, miseria, speranze del maggio sulle pagine del “Fronte Democratico”

Quel 1946 della Repubblica e della Costituente (5)

Sfoglio le pagine del quotidiano del CLN di Cremona, “Fronte Democratico”, del mese di maggio 1946, settanta anni fa.

“La festa di tutti i lavoratori riafferma la volontà di rinascita e di ricostruzione dell’Italia” è il titolo a tutta pagina di mercoledì 1 maggio. Accanto al fondo di Ernesto Caporali c’è “L’appello della Camera del Lavoro” firmato dai rappresentanti delle correnti sindacali comunista (Bernamonti), socialista (Caporali) e democristiana (Formis). Vi si esalta la conquista della libertà e della pace ma si sottolinea anche che “la Patriaè tuttora in rovina”, la ricostruzione troppo lenta, la disoccupazione gravissima. Continua »