1948 – 2018: 70° della Costituzione italiana – 9

Il superamento della monarchia e dello Statuto non era scontato

Altre “anticipazioni” dei futuri princìpi furono le regole che si dettero le Repubbliche e le Zone libere partigiane. Località in cui i partigiani erano riusciti ad allontanare tedeschi e fascisti e ad instaurare, sia pure provvisoriamente, una loro amministrazione, un loro ordine. In genere durarono – quale più quale meno – pochi mesi essendo poi costrette a smobilitare per i massicci attacchi di superiori forze militari nemiche. Se ne annoverano 31, ne cito alcune: Val Chisone, Repubblica dell’Ossola, Saviore nell’Adamello, Nimis di Udine, Langhe ed Alba, Varzi di Pavia, Val Taro di Parma, Repubblica di Montefiorino… In ciascuna la Resistenza stabilì ordinamenti che, anche se durarono poche settimane prefiguravano il futuro… Si parla dell’approvvigionamento alimentare per tutti, di scuola, di sanità, giustizia, polizia, entrate fiscali con discussioni finalmente libere, attiva partecipazione della gente. Naturalmente nei limiti imposti in una guerra feroce ed anche tra italiani… ma la gente toccava con mano che si poteva avere qualcosa di ben diverso di quanto il fascismo impose. Furono esperienze che i costituenti tennero poi ben presenti.

Il superamento dello Statuto non era da dare per scontato. Dopo il 25 luglio 1943 – caduta ed arresto di Mussolini – il re e Badoglio pensarono ad una restaurazione dello Statuto, naturalmente eliminando gli stravolgimenti del fascismo. Questa linea si espresse nel decreto legislativo n 705 del 2 agosto 1943 del governo Badoglio che parlava di ritorno alla elezione di una Camera come prevista dallo Statuto albertino. Le cose andarono diversamente, come sappiamo e dopo la liberazione di Roma, 5 giugno ’44, il decreto legge n 151/1944 del governo Bonomi, succeduto a Badoglio e comprendente le forze del CLN, prevedeva invece la elezione di una Assemblea costituente per approvare una nuova Costituzione. È un chiaro passaggio per il quale le forze protagoniste della Resistenza furono determinanti.

Col referendum istituzionale del 2 giugno 1946 l’Italia supera la monarchia e sceglie democraticamente la forma repubblicana. Dunque il potere dello Stato e la sovranità non è più quella ereditaria – dinastica ma “appartiene al popolo”. Nella nostra Costituzione, che non è più la concessione di un sovrano, l’articolazione, la distinzione, i limiti dei poteri dello Stato sono chiari, e questo è un carattere basilare dello Stato democratico.

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1. Lo Statuto di Carlo Alberto e la sua vicenda storica
2. La Costituzione della Repubblica Romana ed i primi articoli di Carlo Alberto
3. Sulla separazione dei poteri un limite che avrà gravi conseguenze
4. Pochissimi hanno diritto di voto per la Camera
5. Gli strappi allo Statuto (fino al 1922)
6. Il re connivente con le violazioni statutarie del fascismo
7. Leggi razziali, dichiarazione di guerra e poi la Resistenza
8. Nella Resistenza e nei CLN le radici della Costituzione

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